domenica 8 aprile 2012

The Best Exotic Marigold Hotel, meno best e meno exotic in italiano

Il titolo del post scherza chiaramente con il fatto che nell'adattamento italiano The Best Exotic Marigold Hotel sia diventato solo Marigold Hotel. Come se gli italiani fossero troppo stupidi per pronunciare ben 5 parole inglesi di fila. Ma non è l'unica omissione fatta in un adattamento in Italiano. Tralasciando recensioni, critiche o lodi al film in sé per sé, la mia esperienza da spettatrice nei confronti di The Best Exotic Marigold Hotel è avvenuta nella splendida cornice del Teatro Petruzzelli di Bari in occasione del Bari International Film & Tv Festival (http://www.bifest.it/), dove il film veniva presentato nella sezione "anteprime internazionali". Il film è stato ovviamente proposto in lingua originale, con sottotitoli in italiano. Mai come questa volta ho ringraziato me stessa di aver imparato l'inglese. I sottotitoli in italiano inseriti nel film (su cui purtroppo non sono riuscita a trovare nessuna informazione in rete o nei vari pressbook) è stato un crogiuolo di imprecisioni, di cui purtroppo adesso non riesco a ricordare molti esempi. In altri casi le scelte traduttive si sono rivelate non necessariamente sbagliate ma proponevano un linguaggio "più esagerato" rispetto all'originale. In particolare mi ricordo di un monologo con voce fuori campo di uno dei personaggi che parlava di quanto l'India sia un posto affascinante e complicato e bisogna imparare a sopravvivere, con la parola sopravvivere usata come traduzione della ben più edulcorata espressione "cope with". Ma la cosa veramente grave che si riscontra nei sottotitoli italiani è la vera e propria censura di alcune battute a sfondo sessuale disseminate qui e lì nel film. Ne ricordo con precisione due:
Il primo è un passaggio in cui Sonny parla al telefono con la sua fidanzata di un possibile incontro notturno tra i due al Marigold Hotel. Sonny accenna che per l'ora stabilita lui starà probabilmente dormendo, e Sunaina, una tipica indiana occidentalizzata e moderna, gli risponde in inglese con qualcosa del tipo "potrei svegliarti in qualche modo speciale". La battuta è completamente assente nel sottotitolo italiano, che la trasforma in un "ti sveglio io".
Il secondo esempio è quello di uno scambio tra Evelyn e Sonny verso la fine del film, in cui l'anziana cerca di dare qualche consiglio al giovane entusiasta ma un po' scapestrato per recuperare il suo rapporto con Sunaina. Il problema fondamentale consiste nel fatto che l'inesperto Sonny non ha mai detto "ti amo" alla sua ragazza, convinto che lei si meriti molto più che qualche semplice parolina. Evelyn risponde dicendogli che (approssimativamente se la mia memoria non mi inganna) "Women need to be told it some times. It's a perfect aphrodisiac". Bene, anche in questo caso la seconda parte della frase è completamente omessa nel sottotitolo.
Ora, non so se questi sottotitoli sono quelli che si troveranno effettivamente nel dvd o erano stati raffazzonati per l'anteprima al festival, e purtroppo non ho neanche potuto vedere il film al cinema in italiano questa settimana per constatare come abbiano deciso di tradurre per il doppiaggio. Sicuramente però andrò fino in fondo a questa storia, anche se purtroppo non mi capita molto spesso di guardare dei film sia in lingua originale sia in italiano, specie se non si tratta di capolavori assoluti che meritano una seconda visione.
Ad ogni modo gradirei davvero capire il perché di certe scelte, che vengono quasi sicuramente non dal traduttore ma dai produttori come al solito. Quello che mi rattrista è che più vedo queste brutture traduttive e editoriali/produttive italiane che si stanno pericolosamente moltiplicando negli ultimi anni, più mi stanno facendo passare la voglia di acquistare qualsivoglia prodotto adattato per l'Italia. Non mi piace dover fruire prodotti d'arte con la costante preoccupazione e il costante dubbio lancinante che il prodotto possa essere stato alterato in qualche modo dalle folli scelte di persone che antepongono assurde priorità personali (fattori morali, religiosi, economici, politici, di immagine o gusti personali o altro) alla integrità dell'opera d'arte.
Il grosso problema è che la traduzione oggi in Italia sta diventando un pericolosissimo filtro nelle mani dei potenti. Sappiamo tutti, ad esempio, degli abomini che hanno demolito Colpo di Fulmine  (http://it.wikipedia.org/wiki/Colpo_di_fulmine_-_Il_mago_della_truffa), che oltre a subire un consistente "alleggerimento" delle scene dell'amore tra persone dello stesso sesso nella distribuzione internazionale, ha anche appioppato a Jim Carrey un ruolo più comico e strampalato rispetto all'originale.
La paura che la traduzione stia diventando un medium di cristallizzazione e preservazione dello status quo è uno dei più grandi problemi del mercato dell'arte nel nostro paese. E forse non è un caso che proprio la lingua (e dunque la cultura) italiana abbia potuto coniare quella incredibili espressione allitterante conosciuta in tutto il mondo.

Traduttore traditore.

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