Rieccomi in madrepatria dopo 9 lunghi
mesi di lavoro come insegnante di italiano all'estero. Come giusto
che sia, è arrivato il momento di mettersi alla ricerca di un
impiego, anche provvisorio, in attesa di decidere una strada
definitiva della mia vita. E consapevole di appartenere a tutte le
classi più svantaggiate di questo paese: donna, del Sud, sotto i 30
anni, con laurea umanistica, da genitori non ricchi. Peggio di così,
insomma, è difficile poter stare.
http://video.corriere.it/widget/players/player_tv_video_iFrame.shtml
Ciò che mi ha colpita in negativo di
questa estenuante ricerca è l'assoluta trascuratezza con cui i
datori di lavoro del Bel Paese curano i propri annunci di lavoro. Il
tiro si è leggermente aggiustato rispetto a un paio di anni fa, ma
resta comunque un problema molto molto diffuso. Qualcuno potrà
pensare “cosa c'entra questa riflessione personale in un blog che
tratta di lingua, cultura e traduzione?”. Invece c'entra
moltissimo, perché è proprio della lingua in cui gli annunci sono
formulati che stiamo parlando. Una lingua completamente inventata,
che non esiste nel mondo degli uomini, che rende completamente
incomprensibili gli obiettivi dell'inserzione.
Per fortuna, ho scoperto di non essere
la sola a non capirci assolutamente nulla nel 90% dei casi. Il sito
internet Lavoratorio distribuisce gratuitamente un interessantissimodocumento PDF in cui si elencano le carenze delle inserzioni nostrane
e prova anche a spiegarne le origini scatenanti.
Riassumendo brevemente, i problemi
fondamentali sono:
- la mancanza di presentazione reale e
concreta dell'azienda: fin troppe volte ci ritroviamo di fronte ad
annunci anonimi o con descrizioni vaghe e fumose. Tolto il caso in
cui a pubblicare l'annuncio è una agenzia interinale, che è
obbligata all'anonimato, in tutti gli altri casi questa pratica è
assolutamente deleteria, e non solo per chi riceve il messaggio, che
non ha la possibilità di capire cosa effettivamente deve fare per 8
ore al giorno, ma soprattutto per l'azienda stessa. Le aziende si
lamentano spesso di essere inondate di curricula, di cui nessuno
rispecchia effettivamente le loro esigenze. Prima di prendersela con
chi spara curricula a caso, forse sarebbe il caso che questi signori
capiscano che il gap comunicativo che creano non presentandosi genera
una confusione tale che il lavoratore, confuso, nel dubbio si
incoraggia con un “tentar non nuoce”. Personalmente, trovo
l'anonimato un atto 1. di tracotanza da parte dell'azienda, che pensa
non essere tenuta a “concedersi” al lavoratore, vedendo il
dipendente ancora come un limone da spremere piuttosto che puntare
sull'attrattività della propria azienda agli occhi dei dipendenti, e
2. un atto poco serio: chi non ha niente da nascondere non vedo
perché dovrebbe farlo! L'impressione che la cosa mi dà è
tutt'altro che positiva, anzi, mi sembra quasi che l'azienda stia
tentando, in qualche modo, di lanciare l'amo e sperare che il pesce
giusto abbocchi. Ho sempre il sentore che dietro ci sia una
fregatura. Daltronde, non avere strumenti per informarmi sull'azienda
mi fa immediatamente perdere interesse in qualunque tipo di lavoro
vogliano offrirmi.
- Un linguaggio oscuro ricco di
tecnicismi in lingua inglese. Questa è la parte che più odio in
assoluto di un annuncio di lavoro. Conosco l'inglese meglio di una
buona fetta di popolazione italiana, eppure io non ci capisco nulla.
Molte aziende giustificano questa pratica affermando che l'uso di
tecnicismi veicoli un messaggio che può essere recepito solo agli
“addetti al mestiere", e dunque restringere in un colpo solo il
campo di candidati, facilitando la candidatura dei soli candidati
ideali. Non si accorgono, invece, che il caos creato nella testa di
tutti gli altri genera quell'effetto di “candidatura random” di
cui spesso sono i primi a lamentarsi. Se a questo aggiungiamo il
fatto che questi effluvi di anglicismi sono spesso soltanto
pseudo-tecnicismi, parole usate a caso senza cognizione o, peggio
ancora, parole con una validissima traduzione italiana (venditore,
telefonista, impiegato...) a cui viene però preferita la variante
inglese per conferire un finto prestigio a un lavoro che non lo ha. È
normalissimo e dignitosissimo lavorare come impiegato, non capisco
perché ormai ci dobbiamo mettere “manager” in ogni salsa solo
perché fa più figo.
- Un altro punto su cui vorrei
soffermare la mia attenzione è poi il concetto di descrizione del
lavoro. Gli annunci italiani mancano quasi del tutto di una vera
descrizione dettagliata di cosa concretamente un dipendente dovrà
fare in azienda. E questo credo sia davvero l'aspetto peggiore di
tutti, perché non permette minimamente, a noi che cerchiamo, di
operare una selezione tra offerte “buone” per noi e offerte da
scartare. Un back office manager porta i caffè e fa le fotocopie o
si occupa di finanza? Risponde al telefono o svolge pratiche
amministrative? Questo elemento, combinato con l'anonimato
dell'azienda, crea un mix a dir poco letale.
- in ultimo, la questione paga.
Facendosi un giro tra annunci esteri, noterete che la retribuzione
lorda non manca nell'annuncio in un buon 80% dei casi. Cosa rarissima
qui da noi.
Mi rammarica insomma dire che tutto
questo avviene quasi solo in Italia. Confrontiamo un annuncio di
lavoro inglese:
The company is a small independent video-syndication firm operating in the media and marketing field that supplies entertainment related TV and news coverage to worldwide broadcasters. The core business is video distribution and business development.Job Title: Sales and Marketing assistant and/or It AssistantLocation: LondonStarting time: SeptemberRole’s Main Purposes, Tasks and DutiesThe intern will be contributing to the process of improving the services of the company by working on its digital platform. The intern will be involved in the daily routine of the video-publishing and he/she will also be required to carry out marketing researches and business development duties, trying to find new clients, and developing the relationship with the existing ones.Trainee’s profile (Qualifications, Knowledge, Skills, Interests & Experience)Degree in: Marketing, Economics, Communication, IT and LanguagesEssential-knowledge of marketing and media fields-team and individual working skills-Reliability and commitment to the company-Fast learner, outgoing, with easiness on the phone-Organized, motivated and enthusiastic-PC skills: email, office (word, excel), internet search, and basic knowledge of how touse a PC.DesirableLanguages skills (other than English)Language skills requiredEnglish: ≥ C1 (Common European Framework)The intern must be able to have conversations in English on the phone
con un annuncio italiano:
assistant restaurant manager - Pescara, AbruzzoPer importante azienda del settore della ristorazione stiamo cercando un assistant manager ristorazione con esperienza maturata nell`ambito. ricerchiamo candidati specializzati nella gestione dei servizi turistici o con un diploma di scuola alberghiera, con predisposizione ai rapporti interpersonali, orientati al problem solving e con ottime doti organizzative e gestionali. Si richiede disponibilità a spostarsi sul territorio nazionale per attività di formazione.
Smaliziata ormai dalle settimane di "esperienza" con questo genere di linguaggio, mi pare di
capire che qui cerchino un cameriere o un cuoco... forse...
“Nel dubbio, mandiamo 'sto CV”.