sabato 6 luglio 2013

Fenomenologia dell'annuncio di lavoro italiano

Rieccomi in madrepatria dopo 9 lunghi mesi di lavoro come insegnante di italiano all'estero. Come giusto che sia, è arrivato il momento di mettersi alla ricerca di un impiego, anche provvisorio, in attesa di decidere una strada definitiva della mia vita. E consapevole di appartenere a tutte le classi più svantaggiate di questo paese: donna, del Sud, sotto i 30 anni, con laurea umanistica, da genitori non ricchi. Peggio di così, insomma, è difficile poter stare.
http://video.corriere.it/widget/players/player_tv_video_iFrame.shtml
Ciò che mi ha colpita in negativo di questa estenuante ricerca è l'assoluta trascuratezza con cui i datori di lavoro del Bel Paese curano i propri annunci di lavoro. Il tiro si è leggermente aggiustato rispetto a un paio di anni fa, ma resta comunque un problema molto molto diffuso. Qualcuno potrà pensare “cosa c'entra questa riflessione personale in un blog che tratta di lingua, cultura e traduzione?”. Invece c'entra moltissimo, perché è proprio della lingua in cui gli annunci sono formulati che stiamo parlando. Una lingua completamente inventata, che non esiste nel mondo degli uomini, che rende completamente incomprensibili gli obiettivi dell'inserzione.
Per fortuna, ho scoperto di non essere la sola a non capirci assolutamente nulla nel 90% dei casi. Il sito internet Lavoratorio distribuisce gratuitamente un interessantissimodocumento PDF in cui si elencano le carenze delle inserzioni nostrane e prova anche a spiegarne le origini scatenanti.

Riassumendo brevemente, i problemi fondamentali sono:
- la mancanza di presentazione reale e concreta dell'azienda: fin troppe volte ci ritroviamo di fronte ad annunci anonimi o con descrizioni vaghe e fumose. Tolto il caso in cui a pubblicare l'annuncio è una agenzia interinale, che è obbligata all'anonimato, in tutti gli altri casi questa pratica è assolutamente deleteria, e non solo per chi riceve il messaggio, che non ha la possibilità di capire cosa effettivamente deve fare per 8 ore al giorno, ma soprattutto per l'azienda stessa. Le aziende si lamentano spesso di essere inondate di curricula, di cui nessuno rispecchia effettivamente le loro esigenze. Prima di prendersela con chi spara curricula a caso, forse sarebbe il caso che questi signori capiscano che il gap comunicativo che creano non presentandosi genera una confusione tale che il lavoratore, confuso, nel dubbio si incoraggia con un “tentar non nuoce”. Personalmente, trovo l'anonimato un atto 1. di tracotanza da parte dell'azienda, che pensa non essere tenuta a “concedersi” al lavoratore, vedendo il dipendente ancora come un limone da spremere piuttosto che puntare sull'attrattività della propria azienda agli occhi dei dipendenti, e 2. un atto poco serio: chi non ha niente da nascondere non vedo perché dovrebbe farlo! L'impressione che la cosa mi dà è tutt'altro che positiva, anzi, mi sembra quasi che l'azienda stia tentando, in qualche modo, di lanciare l'amo e sperare che il pesce giusto abbocchi. Ho sempre il sentore che dietro ci sia una fregatura. Daltronde, non avere strumenti per informarmi sull'azienda mi fa immediatamente perdere interesse in qualunque tipo di lavoro vogliano offrirmi.
- Un linguaggio oscuro ricco di tecnicismi in lingua inglese. Questa è la parte che più odio in assoluto di un annuncio di lavoro. Conosco l'inglese meglio di una buona fetta di popolazione italiana, eppure io non ci capisco nulla. Molte aziende giustificano questa pratica affermando che l'uso di tecnicismi veicoli un messaggio che può essere recepito solo agli “addetti al mestiere", e dunque restringere in un colpo solo il campo di candidati, facilitando la candidatura dei soli candidati ideali. Non si accorgono, invece, che il caos creato nella testa di tutti gli altri genera quell'effetto di “candidatura random” di cui spesso sono i primi a lamentarsi. Se a questo aggiungiamo il fatto che questi effluvi di anglicismi sono spesso soltanto pseudo-tecnicismi, parole usate a caso senza cognizione o, peggio ancora, parole con una validissima traduzione italiana (venditore, telefonista, impiegato...) a cui viene però preferita la variante inglese per conferire un finto prestigio a un lavoro che non lo ha. È normalissimo e dignitosissimo lavorare come impiegato, non capisco perché ormai ci dobbiamo mettere “manager” in ogni salsa solo perché fa più figo.

A tal proposito, il condivisibilissimo punto di vista di Beppe Severgnini.


- Un altro punto su cui vorrei soffermare la mia attenzione è poi il concetto di descrizione del lavoro. Gli annunci italiani mancano quasi del tutto di una vera descrizione dettagliata di cosa concretamente un dipendente dovrà fare in azienda. E questo credo sia davvero l'aspetto peggiore di tutti, perché non permette minimamente, a noi che cerchiamo, di operare una selezione tra offerte “buone” per noi e offerte da scartare. Un back office manager porta i caffè e fa le fotocopie o si occupa di finanza? Risponde al telefono o svolge pratiche amministrative? Questo elemento, combinato con l'anonimato dell'azienda, crea un mix a dir poco letale.

- in ultimo, la questione paga. Facendosi un giro tra annunci esteri, noterete che la retribuzione lorda non manca nell'annuncio in un buon 80% dei casi. Cosa rarissima qui da noi.


Mi rammarica insomma dire che tutto questo avviene quasi solo in Italia. Confrontiamo un annuncio di lavoro inglese:

The company is a small independent video-syndication firm operating in the media and marketing field that supplies entertainment related TV and news coverage to worldwide broadcasters. The core business is video distribution and business development.
Job Title: Sales and Marketing assistant and/or It Assistant
Location: London
Starting time: September
Role’s Main Purposes, Tasks and Duties
The intern will be contributing to the process of improving the services of the company by working on its digital platform. The intern will be involved in the daily routine of the video-publishing and he/she will also be required to carry out marketing researches and business development duties, trying to find new clients, and developing the relationship with the existing ones.
Trainee’s profile (Qualifications, Knowledge, Skills, Interests & Experience)
Degree in: Marketing, Economics, Communication, IT and Languages
Essential
-knowledge of marketing and media fields
-team and individual working skills
-Reliability and commitment to the company
-Fast learner, outgoing, with easiness on the phone
-Organized, motivated and enthusiastic
-PC skills: email, office (word, excel), internet search, and basic knowledge of how to
use a PC.
Desirable
Languages skills (other than English)
Language skills required
English: ≥ C1 (Common European Framework)
The intern must be able to have conversations in English on the phone

con un annuncio italiano:

assistant restaurant manager - Pescara, Abruzzo
Per importante azienda del settore della ristorazione stiamo cercando un assistant manager ristorazione con esperienza maturata nell`ambito. ricerchiamo candidati specializzati nella gestione dei servizi turistici o con un diploma di scuola alberghiera, con predisposizione ai rapporti interpersonali, orientati al problem solving e con ottime doti organizzative e gestionali. Si richiede disponibilità a spostarsi sul territorio nazionale per attività di formazione.

Smaliziata ormai dalle settimane di "esperienza" con questo genere di linguaggio, mi pare di capire che qui cerchino un cameriere o un cuoco... forse...


“Nel dubbio, mandiamo 'sto CV”.